Jump to content

Page:Labi 1998.djvu/215

From Wikisource
This page has not been proofread.

catasticatori di inizio Ottocento valutarono che il prezzo reale dei terreni era superiore di 10-12 volte il prezzo giusto; ed il costo per unità di misura di magro terreno di montagna era da quatro a sei volte superiore a quello di fertile terreno di pianura.

Ad una domanda anche sostenuta corrispondeva un’offerta inesistente. Nessuno era disposto a disfarsene. Serviva infatti a garantirsi l’accesso al credito. Controprova è che tutti i terreni erano ipotecati - e sovente con più gravami ipotecari. Controprova è che furono molto rari i tentativi di ingrandimento fondiario: i prestatori non avevano interesse ad accaparrare la terra, che dava remunerazioni molto inferiori all’attività creditizia. Infine, al tempo della vendita dei comunali, a fine Seicento, i pochi camici danarosi investirono sì in feudi ed in campagna, ma nella pianura friulana e veneta, non in Carnia.

7. Ma chi sfruttava i boschi, chi custodiva gli armenti, se la grande maggioranza degli uomini era assente per buona parte dell’anno? Ad esempio, chi restava a curare il patrimonio zootecnico delle cinque comunità di San Giorgio di Gorto, che consisteva, nel 1780, in 526 bovini e 341 ovini (e nel 1808 a 476 buoi e vacche, 467 tra castrati pecore e capre, e 149 porci); chi era adibito al lavoro dei boschi, che copriva una superficie di 500 ha circa, se la percentuale di maschi in emigrazione in quella parrocchia superava il 60% ?

Accanto a quella consistente emigrazione vi era un’altrettanto consistente immigrazione. Nel corso del ’600 e del ’700 immigrarono nella parrocchia almeno 378 persone. Provenivano dal Canale d’Asio, dal Canal del Ferro, dal Comelico e Cadore, dal Friuli pedemontano, dalle vicine terre di Carniola, Carinzia, Tirolo: cioè dalle montagne contermini.

Tutti i comeleàni ed i cadorini, tutti i montanari del Canal del Ferro erano addetti all’esbosco, alla prima lavorazione, alla fluitazione del legno, alla carpenteria; la loro competenza tecnica e abilità manuale (e, per converso, l’incompetenza ed inabilità degli originari) venne messa in evidenza durante la costruzione della strada di San Candido (1761-1763): «Oltre queste fatiche, fu loro imposto il taglio de’ legnami per la costruzione dei ponti, e la condotta di quelli per acqua: alla quale funzione non essendo capaci li detti villici, fu stabilito accordo cogli huomini del Canal del Ferro, soliti impiegarsi in tali lavori, alli quali fu pagata nel primo anno la summa di Lire 2682, e nel secondo anno Lire 1350, che ripartiti tra quella misera popolazione dovè spremere dalle sue sostanze anche soldo effettivo.»[29]

241
FERIGO: «LA NATURA DE CINGARI»